"L'invidioso mi loda senza saperlo" scrive Kahlil Gibran.
In effetti si invidia solo ciò che si considera prezioso e si cerca di distruggere e screditare ciò che in realtà si ammira.
Nell'invidiare ciò che gli altri hanno, o ciò che sono, l'invidioso non si rende conto che nel suo invidiare gli altri ne sta inconsciamente riconoscendo il valore.
La felicità e il successo dell'altro lo disturbano, il benessere altrui lo irrita.
Desidererebbe appropriarsi di tutto questo valore, in quanto il riconoscimento e l'elogio sono come squisiti bonbon per il suo ego.
Dietro l'invidia si riconosce dunque la presenza di un'avidità eccessiva verso qualcuno che inconsciamente si ammira.
Pertanto l'invidia può essere considerata come il lato sinistro dell'ammirazione e ciò che l'invidioso mette in atto di fronte alla percezione di sentirsi inferiore rispetto agli altri, sono comportamenti che hanno l'obiettivo di far sì che possa sentirsi riconosciuto, essere qualcuno, calcare la scena e occupare il posto di chi desidera distruggere con i suoi attacchi.
In questa condizione uno dei meccanismi che l'invidioso mette in atto è la malevolenza: parlare male dell'altro, tentare di distruggerlo e dequalificarlo distorcendo la realtà, in modo da tentare di minare le amicizie che l'altro ha, con lo scopo di separare e creare conflitti.
E quando non riesce a trovare scheletri nell'armadio, ovvero storie su cui fondare i suoi attacchi invidiosi, può arrivare ad inventarle abilmente.
L'incapacità di ammirare l'altro, rende la persona che prova invidia sempre indaffarata a realizzare le sue contorte intenzioni.
E così l'avidità dell'invidia non potrà mai mostrare al mondo null’altro che la sua mancanza di valore personale.
Di fatto, l'annientamento dell'altro, del suo lavoro e del suo successo non è il fine ultimo dell'invidia, in realtà questa emozione intende rompere uno specchio che produce molto dolore: questo specchio riflette ciò che si desidera e che non si è capaci di realizzare.
Distruggere l'altro allora diventa l'unico mezzo per eliminare la presenza di una verità che fa male.
Fonte: http://giardinodellanima.blogspot.it