Secondo la mia esperienza non è possibile che una azienda possa affermarsi senza porre solide basi di pensiero strategico e costruzione della cultura aziendale.
Definisco la strategia come l’approccio all’attività economica che tradizionalmente sottolinea l’impatto del vantaggio concorrenziale sul risultato economico finale e la cultura aziendale come una fine attenzione alle esigenze dell’Organizzazione e dei Collaboratori.
Per unificare strategia e cultura bisogna innanzitutto elaborare una visione del futuro dell’impresa e quindi, per mettere in atto la strategia volta a concretizzarla, occorre alimentare una cultura aziendale che sia motivata da tale visione e si dedichi al suo perseguimento.
Il connubio tra pensiero strategico e costruzione della cultura aziendale richiede non solo che i leader coltivino una visione di ampio respiro, ma anche che padroneggino le capacità necessarie per metterla in atto.
Per questi Leader, la crisi rappresenta un’opportunità, anziché un pericolo: essi sanno creare un futuro in funzione sia dei risultati economici da raggiungere, sia dei bisogni dei Clienti e dei Collaboratori dell’organizzazione.
La difficoltà consiste nell’imparare ad essere al tempo stesso idealisti e realisti, sensibili ed esigenti, innovativi e pratici.
I leader che ci riescono sono quelli che fanno le cose per primi, a volte prima ancora che gli altri arrivino a concepirle.
Superano la soglia del “si è sempre fatto così” e osano innovazioni di valore mai collaudate prima.
Sono visionari con i piedi per terra.
Non sono i marchi, ma i singoli leader a creare l’eccellenza.
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Nei giorni scorsi un vero leader ci ha lasciato: la mia amica Rina D’Annessa, ex titolare dei Centri Benessere Harmony Village di MI e, prima, di Figurella Vimercate e Merate.
Una persona perbene, gioiosa e rigorosa insieme, una professionista preparata che tanto ha fatto per far evolvere il mondo del benessere in Italia.
Chi ha avuto la fortuna di conoscerla la porterà nel cuore.
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