Gio - 19 Feb
Scritto da Paolo
Se l’impresa vuole crescere, prosperare, migliorare, non può che essere considerata e considerarsi un sistema vivente e come tale trattata nell’ambito dell’interesse alla sua salute e sopravvivenza.
Nel momento in cui ci viene chiesto di prenderci cura dell’impresa e accettiamo di farlo, noi prendiamo atto che in quel sistema vivente pulsano sentimenti, emozioni, aspettative, speranze, coraggio, sconforto, orgoglio.
In quel sistema vivente pulsa una parte importantissima dell’identità di molte persone.
Abbiamo visto in passato programmi intensivi di addestramento che spingendo le persone a diventare campioni di vendite, avevano spinto all’inverosimile sul pedale della competitività umana.
In realtà la gara tra individui e il premiare sempre e solo chi faceva di più, si è rivelata nel tempo un’arma a doppio taglio: se da un lato dava luogo ad un aumento dei profitti, dall’altro causava un abbassamento drastico della qualità della vita sul posto di lavoro ed un ricorso sempre più massiccio a comportamenti e mezzi scorretti di condurre sia gli affari che l’organizzazione dell’impresa.
Tutto ciò ha provocato a volte un individualismo selvaggio ancor più esasperato che ha minato le relazioni umane sia interne che esterne all’impresa nonché la possibilità dell’integrazione tra individui provenienti da realtà diverse.
A livello di formazione umana, dunque, negli ultimi tempi si è reso necessario intervenire nel campo delle relazioni sotto ogni punto di vista.
Una buona formazione richiede oggi sistemi che, lavorando sul gruppo e in gruppo, insegnano cose come il senso del team e che facilitino la collaborazione, la comunicazione, l’integrazione a più livelli.
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