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Studio Dalla Dea - Business Coaching and Training

Dream is a serious thing

La difficoltà di sognare e di concretizzare i propri desideri è forse il dramma più grande che molte persone si ritrovano a vivere: poiché non hanno prospettive, cominciano a guardare la vita con pessimismo e concludono che non vale la pena di fare progetti e che, anzi, è meglio non sognare nemmeno, onde evitare di subire delusioni in seguito.

Sono persone che non realizzano i propri sogni e che al massimo si concedono di sognare un po' solo quando dormono.

Hanno dei sogni, ma non li trasformano in realtà.

La grande soluzione a questo pessimismo generalizzato consiste nel recuperare la propria capacità di sognare e nell'adottare le giuste strategie al fine di realizzare tutto ciò che l'anima ci chiede.

Prima di qualsiasi altra sensazione, è necessario che ciascuno di noi senta che la vita ha molto valore e che bisogna sfruttarne al massimo le potenzialità.

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Strategie formative per “ben-lavorare” in azienda

(articolo della Dr.sa Enrica Brachi)

"Gli analfabeti del XXI secolo non saranno coloro che non sanno leggere e scrivere, ma coloro che non sanno imparare, disimparare ed imparare di nuovo." (Alvin Toffler)

La formazione oggi è una priorità indispensabile: o ti formi o ti fermi.

Sempre più necessitiamo di spazi e tempi per “cambiare punti di vista” e confrontarci; contesti protetti che facilitino l’apprendimento; luoghi in cui attivare la possibilità di “imparare ad imparare”; ambienti per allenarsi nelle competenze comunicativo-emotivo-relazionali “in un’ottica win-win”; laboratori in cui affinare le No Technical Skills per ben-lavorare, ma anche per ben-essere e ben-vivere.

La finalità di una formazione strategica è trasformare i circoli viziosi in percorsi virtuosi, gli scontri distruttivi – per sé e per gli altri – in confronti costruttivi, per divenire “creatori di valore”, in un percorso di miglioramento, praticabile e sostenibile.

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No etica, No business

Le teorie che studiano il funzionamento del sistema economico a vari livelli (dal singolo individuo, all’organizzazione, all’intera società) presuppongono l’esistenza e il rispetto di un sistema di regole morali.

Nel reale funzionamento della vita economica tutto ciò non è per nulla ovvio.

In molte occasioni gli individui e i gruppi traggono benefici da situazioni in cui il vantaggio personale può essere conseguito a scapito dell’interesse collettivo.

A livello macro, le conseguenze degli scandali non sono circoscritte solo a chi le ha compiute, ma ricadono su tutta la comunità, generando un crollo generalizzato di fiducia.

Eppure, la pubblicazione di bilanci sociali e codici etici è aumentata negli ultimi anni, quindi come dare una spiegazione alla dilagante carenza di etica?

A livello aziendale, si osservano a volte Operatori poco onesti intenti a trarre vantaggio personale, danneggiando i Clienti e l’organizzazione.

Nello stesso tempo, sono documentate attività di sabotaggio tra colleghi, come omissione di informazioni rilevanti, veri e propri dispetti, e sanzioni sociali verso chi lavora troppo o troppo poco non uniformandosi alle norme sociali vigenti nelle diverse organizzazioni.

Trovare le giuste regole per superare conflitti d’interesse e comportamenti opportunistici significa costruire un sistema che sia coerente ed efficiente nella sua struttura.

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Per vincere la sfida, valorizza le Persone che lavorano con Te

Se l’impresa vuole crescere, prosperare, migliorare, non può che essere considerata e considerarsi un sistema vivente e come tale trattata nell’ambito dell’interesse alla sua salute e sopravvivenza.

Nel momento in cui ci viene chiesto di prenderci cura dell’impresa e accettiamo di farlo, noi prendiamo atto che in quel sistema vivente pulsano sentimenti, emozioni, aspettative, speranze, coraggio, sconforto, orgoglio.

In quel sistema vivente pulsa una parte importantissima dell’identità di molte persone.

Abbiamo visto in passato programmi intensivi di addestramento che spingendo le persone a diventare campioni di vendite, avevano spinto all’inverosimile sul pedale della competitività umana.

In realtà la gara tra individui e il premiare sempre e solo chi faceva di più, si è rivelata nel tempo un’arma a doppio taglio: se da un lato dava luogo ad un aumento dei profitti, dall’altro causava un abbassamento drastico della qualità della vita sul posto di lavoro ed un ricorso sempre più massiccio a comportamenti e mezzi scorretti di condurre sia gli affari che l’organizzazione dell’impresa.

Tutto ciò ha provocato a volte un individualismo selvaggio ancor più esasperato che ha minato le relazioni umane sia interne che esterne all’impresa nonché la possibilità dell’integrazione tra individui provenienti da realtà diverse.

A livello di formazione umana, dunque, negli ultimi tempi si è reso necessario intervenire nel campo delle relazioni sotto ogni punto di vista.

Una buona formazione richiede oggi sistemi che, lavorando sul gruppo e in gruppo, insegnano cose come il senso del team e che facilitino la collaborazione, la comunicazione, l’integrazione a più livelli.

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Scegliere la corsa verso l'alto

L'età industriale era basata sul concetto di scarsità.

Tutto ciò che ha costruito la nostra civiltà occidentale ha comportato la ricerca da parte del Cliente di beni e di servizi scarsamente disponibili.

D'altra parte, l’economia odierna, l'economia di connessione, si basa sul concetto di abbondanza.

Attenzione: non sto parlando di una scorta infinita di risorse cui possiamo attingere.

Ma abbiamo, questo sì, una grande varietà di scelta, l'abbondanza di connessione, e l'abbondanza di accesso alla conoscenza.

Sappiamo che sempre più persone hanno accesso a più risorse, e possono sfruttare le nostre offerte.

Questa abbondanza porta a due gare:

La corsa al ribasso, alimentata da internet, con la sfida di trovare i prezzi più bassi, la manodopera più a buon mercato, offrendo di più per meno.

L'altra gara è la corsa verso l'alto: Segue... Leggi tutto...

   

IL VALORE DELLA FIDUCIA (e il costo della sua mancanza)

La scarsa fiducia è il costo più alto che paghiamo nella nostra vita, in famiglia e nelle Organizzazioni, perché crea finalità nascoste, conflitti interpersonali, rivalità.

Porta a sviluppare una mentalità “win-lose”, io vinco-tu perdi, una condizione generatrice di tutti quei comportamenti che riducono di fatto la velocità di raggiungimento dei risultati.

Secondo un’indagine condotta da Edelman (la più grande agenzia di relazioni pubbliche nel mondo) il trust barometer (barometro della fiducia) segna un calo della fiducia delle aziende dal 41% al 27%.

Quindi fiducia in declino con enormi conseguenze per l’economia, le relazioni interpersonali e i rallentamenti dell’attività.

Ricostruire la fiducia non è un mito: si può fare anche in situazioni difficili, rendendo il legame ancora più forte, solo che lo si voglia entrambi! Segue...

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L’emergenza della gestione dei non talenti

Perché non considerare commodity la gran parte del personale

La necessità di investire e trattenere i talenti, gli abitanti dello “spazio nobile” delle sfide competitive, è il nuovo leit-motive di articoli, convegni, simposi.

Si parla di “emergenza”, ma ritengo si tratti di un tema certamente non nuovo, ampiamente trattato in periodi dove la guerra per strapparsi persone talentuose era molto serrata e veloce, come veloci erano i cambiamenti nelle arene competitive.

Il tempo e le energie che le organizzazioni, i capi diretti e i responsabili del personale investono su questa risicata fetta della popolazione aziendale sono rilevanti.

In termini contro intuitivi e come stimolo al dibattito in corso mi sento di sostenere che oggi, per le imprese che vogliono investire in capitale umano ed essere competitive sui mercati, il vero fattore di successo è la gestione dei non-talenti.

Basterebbe infatti aumentare dell’ 1% la produttività media della “truppa”, che il sistema competitivo farebbe un significativo balzo in avanti.

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Passione e Strategia

Quando ho bisogno di spiegare rapidamente che cosa faccio nella mia professione di business coach dico: "aggiungo la passione alla strategia" o, al contrario, " aggiungo una strategia alla passione ".

Perché? Che cosa c'è di così speciale in questi due ingredienti?

In tantissimi incarichi presso aziende clienti nel corso degli ultimi 20 anni ho notato che alcune imprese poco performanti, tendono ad essere in una di queste due situazioni:

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